di Edoardo Serafini
Una delle serie di maggior successo di Netflix è The Umbrella Academy, tratta dai fumetti di Gerard Way, famoso scrittore di fumetti americano.
È il 1º ottobre 1989. Quarantatré donne che prima non erano in attesa, partoriscono nello stesso momento.
Sette di questi quarantatré bambini con superpoteri vengono adottati da un eccentrico miliardario, Reginald Hargreeves, che li addestra per farli diventare supereroi.
Reginald non tratta però i propri figli come tali, ma come “cavie da laboratorio’’ e non stabilisce alcun legame con loro; ciò lo si può notare dal fatto che non li chiama quasi mai per nome, ma solo mediante dei numeri, dati in base all’utilità che egli ritiene abbiano i suoi figli.
Tutto cambia a causa della morte di uno dei fratelli, Ben (Numero 6). In seguito a ciò tutti prendono strade diverse. Solo Luther (numero 1) continua a dimostrare fiducia e lealtà nei confronti del padre.
A un certo punto la morte del padre, fa sì che i fratelli si rincontrino. Da questo momento in poi , lotteranno per salvare il mondo dall’apocalisse, grazie anche all’aiuto di numero 5 che, dopo essere tornato dal futuro, svela il destino del mondo ai fratelli.
Insieme affronteranno la “Commissione”, un’associazione che, viaggiando nel tempo, cerca di non variare mai l’andare delle cose, non volendo evitare l’apocalisse .
La terza stagione, uscita il 22 giugno del 2022, rappresenta invece uno scavo più profondo nella vita dei personaggi e della loro famiglia. In questa stagione si approfondisce il lato interiore dei personaggi e la loro dimensione umana.
Soffermandoci su questo concetto, è possibile fare un collegamento tra questo nuovo atteggiamento e la letteratura. Così mi è tornata alla mente una lezione del critico letterario Guido Baldi, che affermava che Francesco Petrarca, non avendo più gli strumenti che aveva Dante (l’enciclopedismo medievale) che gli consentivano di dominare concettualmente tutta la realtà, fu costretto a chiudersi nell’Io.
Allo stesso modo i personaggi intraprendono un maggiore scavo e chiusura nel loro ‘’io’’ alla scoperta di loro stessi, un po’ alla maniera petrarchesca.
Un esempio lo si rivede in Allison (Numero Tre), che afflitta dal dolore per la perdita di sua figlia (a causa dei viaggi nel tempo), confonde la percezione del mondo reale con quello di un mondo irreale.
Il punto di forza principale della serie Netflix The Umbrella Academy non è il fatto che la serie parli di supereroi indistruttibili ed eroici, ma che ci mostri i lati più umani di questi eroi: l’amore, l’odio, la paura, l’egoismo, il sentimento di inadeguatezza e la solitudine.
Tutti questi sentimenti si possono rivedere nei protagonisti che in questo modo ci permettono di immedesimarci in ciò che loro provano, rendendo la storia più reale e avvincente. I loro stati d’animo, le loro paure e fragilità, sono le stesse cose che spesso dobbiamo fronteggiare nella vita di ogni giorno.
Altre particolarità alle quali dare attenzione sono i buchi neri e i viaggi nel tempo.
È proprio un buco nero, Il Kugelblitz, che da inizio all’apocalisse in questa stagione. Il Kugelblitz risucchia tutto in maniera progressiva e spetterà ai protagonisti tentare di richiuderlo.
Per fare ciò si avventureranno nel futuro.
L’idea di viaggiare nel tempo, sia nel passato che nel futuro, è un qualcosa che da sempre affascina l’umanità. Pensare che per i protagonisti ciò sia un qualcosa di possibile e realizzabile, mediante delle apposite valigette, è qualcosa di meraviglioso.
Anche i viaggi però hanno le proprie regole al fine di evitare paradossi e terribili conseguenze.
Una fra queste è quella che non bisognerebbe esistere in prossimità di sé stessi nella stessa linea temporale. Gli effetti collaterali potrebbero infatti essere disastrosi.
Per concludere possiamo dunque affermare che The Umbrella Academy è una serie fantastica da vedere non solo per i suoi supereroi, ma anche per i buchi neri e i viaggi nel tempo.