di Alfonso Martino
Il nuovo film di Steven Spielberg presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma è il suo più personale, in cui si racconta attraverso Sam Fabelman. Nel cast Paul Dano, Michelle Williams e Seth Rogen
Fin dalla sequenza iniziale, Steven Spielberg avvisa lo spettatore che il suo The Fabelmans, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è una lettera d’amore al cinema, con una sequenza in cui Sam scopre per la prima volta la sua passione per la sala grazie ai suoi genitori, interpretati da Paul Dano e Michelle Williams.
Quella che inizialmente era la paura per l’ immagine “gigante” di un treno che si scontra con un auto, diventa l’ossessione per il piccolo Sam di ricreare quel singolo momento e di riviverlo ancora e ancora, in una sequenza in cui il nostro riprende un modellino elettrico di un treno.
Una famiglia di matematici e artisti
La carriera di Spielberg è dominata dalla fantascienza (E.T, A.I Intelligenza Artificiale e tanti altri) per via del dualismo che animava la sua famiglia: il padre (Dano) è un informatico di buon cuore ma che vede la passione di Sam come un semplice hobby, mentre la madre (Williams) è una pianista di enorme talento che ha suonato più volte in tv e incoraggia il figlio.
La relazione tra i due non è di certo idilliaca ma i problemi vengono a galla sempre grazie al cinema, con una sequenza in cui Sam monta manualmente il girato della vacanza in campeggio, in cui mettendo insieme le diverse pellicole si rende conto della tresca tra la madre e l’amico di famiglia Bennie (Seth Rogen).
Il regista utilizza al meglio la luce per restituire le emozioni dei personaggi, come lo stupore di Sam durante la sua prima proiezione in sala o la danza della madre in campeggio, in cui la donna è illuminata dalle luci della macchina di Bennie, che ne esaltano la figura.
Il cinema come salvezza
Quello che per il padre è solamente un hobby diventa una costante della vita di Sam, il quale sfrutta l’ambiente degli scout prima e della sua scuola dopo per raccontare storie, come nella splendida sequenza in cui ricrea un combattimento della II Guerra Mondiale, con Spielberg che utilizza piani sequenza e inquadrature dal basso per mostrare il grande lavoro del ragazzo.
Nel finale il nostro cercherà di inserirsi nel mondo del cinema, in una scena in cui discute con il regista di Sentieri Selvaggi John Ford, interpretato da David Lynch e che da sola vale il prezzo del biglietto di un film da vedere in sala.