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La monarchia inglese in crisi: la storia d’amore tra Edoardo VIII e Wallis Simpson

di Federico Battaglia

«Dovete credermi se vi dico che avrei trovato impossibile sostenere il pesante carico di responsabilità e assolvere ai miei doveri di re senza l’aiuto e il supporto della donna che amo».

Con queste parole, l’ex sovrano del Regno Unito Edoardo VIII annunciò la sua abdicazione al popolo britannico. Attraverso l’atto di rinuncia, firmato l’11 dicembre 1936, Edoardo lasciò la corona a suo fratello, il principe Alberto, che diventò re con il nome di Giorgio VI. Fu una decisione difficile, causata dalle numerose opposizioni che si ebbero in patria, opposizioni che riguardarono la relazione tra Edoardo e Wallis Simpson, cittadina americana pluridivorziata. L’evento ebbe notevoli ripercussioni sul prestigio della famiglia reale, provocando un forte malcontento nei confronti della monarchia e dei suoi rappresentanti. Ma cosa spinse Edoardo a lasciare Buckingham Palace? Quali furono le ragioni che portarono i politici inglesi a ostacolare un eventuale matrimonio con Wallis Simpson?

L’atto di abdicazione ufficiale firmato da Edoardo VIII

I primi accenni di crisi si ebbero nel gennaio del 1936. Alla morte del padre, Giorgio V, Edward divenne re in qualità di primogenito della famiglia. Scelse il nome dinastico di Edoardo VIII e si insediò a Londra. Inizialmente mostrò una certa insofferenza per l’etichetta di corte, suscitando non poche preoccupazioni tra la classe politica. Lo sprezzo che dimostrava per le convenzioni costituzionali destò qualche sospetto sulla tenuta del suo regno. Tenuta che di lì a poco si sarebbe irrimediabilmente incrinata a causa del legame sentimentale con Wallis Simpson.

Con stupore di tutti Edoardo annunciò che, per la cerimonia di incoronazione, sarebbe salito al trono accompagnato dalla Simpson che ai tempi era ancora legata da un vincolo matrimoniale. Wallis incontrò per la prima volta l’erede al trono il 10 gennaio 1931, rivedendolo successivamente a vari ricevimenti organizzati dall’allora marito Ernest Aldrich Simpson. Divennero amanti nel 1934, cosa che fu decisamente contrastata dalla casa reale britannica. La relazione, tuttavia, continuò ad andare avanti, fino alla salita al trono di Edoardo.

Il burrascoso passato matrimoniale di Wallis, con un divorzio alle spalle e un altro in arrivo, non indignò soltanto il Parlamento inglese ma anche la Chiesa anglicana. Il sovrano del Regno Unito, infatti, era per diritto il capo della Chiesa, una carica che non poteva essere messa in discussione di fronte al Paese. La Chiesa anglicana non ammetteva che i divorziati con ex-coniugi ancora in vita potessero risposarsi. Wallis Simpson era ancora sposata di fronte a Dio con il suo primo marito poiché ancora vivo. Di conseguenza, Edoardo VIII era il concubino di una adultera e, una tale prospettiva, non avrebbe fatto altro che creare una contraddizione mai sperimentata prima.

Oltre alle motivazioni religiose emersero altre ragioni, sia di natura morale che di natura politica. I ministri, così come la famiglia reale, ritenevano che la storia personale e il comportamento di Wallis fossero inaccettabili per una donna chiamata a ricoprire il ruolo istituzionale di regina consorte. Durante le cerimonie e i ricevimenti a cui era invitata destava scalpore il suo atteggiamento quasi disinibito ed il modo in cui trattava Edoardo. Molte persone a corte e nel governo, tra cui il futuro primo ministro Neville Chamberlain, ritenevano che Wallis Simpson fosse una donna priva di scrupoli che frequentava Edoardo per un semplice tornaconto personale, data l’agiatezza economica in cui versava la dinastia dei Windsor. A detta di Chamberlain, Wallis aveva trovato in Edward una persona ricca, potente e facile da manipolare, capace di garantirle l’accesso alla vita facoltosa che aveva sempre desiderato.
Per quanto riguarda, invece, le ragioni politiche, queste non riguardarono solamente la Simpson ma anche il re. Quando era principe di Galles, Edoardo condannò a più riprese l’operato del governo guidato dal laburista Ramsay MacDonald, definendo i politici di sinistra come “persone folli”. Anche dopo l’ascesa al trono non risparmiò critiche nei confronti della classe dirigente e, soprattutto, nei confronti della Società delle Nazioni. Si dichiarò contrario alle sanzioni economiche imposte all’Italia fascista, rea di aver invaso l’Etiopia, contraddicendo il proprio governo. Il disprezzo per la Società delle Nazioni fu largamente condiviso dalla Simpson che, nel corso della sua permanenza in Inghilterra, non fece mai mistero delle sue simpatie per la Germania nazista, uscita dall’organizzazione nel 1933. I frequenti contatti che ebbe con l’ambasciatore tedesco Joachim von Ribbentrop spinsero molte personalità politiche a sospettare che Wallis Simpson fosse una spia al soldo di Adolf Hitler.

La situazione, quindi, si mostrava difficile da affrontare, sicuramente non aiutata dalla sfera internazionale. Le relazioni diplomatiche tra Regno Unito e Stati Uniti, infatti, stavano vivendo una fase di profondo deterioramento che di certo non agevolò la posizione della Simpson. Essendo americana, la maggior parte della popolazione espresse disappunto nell’accettare l’idea di avere una regina non britannica. Nonostante il contesto decisamente problematico, Edoardo non ritrattò la sua decisione, affermando che intendeva sposare Wallis appena possibile e che se questo avesse comportato disordini sarebbe stato pronto ad andarsene. Di fronte alla caparbietà del re, il primo ministro in carica Stanley Baldwin decise di consultare altri leader politici prima di intervenire. Gli scenari possibili erano sostanzialmente due: il matrimonio morganatico, senza nessuna possibilità per Wallis di diventare regina, o l’abdicazione.
I capi di governo dei cinque maggiori Stati del Commonwealth (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica e Stato Libero d’Irlanda) si espressero sulle probabili opzioni da adottare. Solo il premier neozelandese si disse favorevole al matrimonio morganatico ma incontrò l’opposizione degli altri quattro rappresentanti. Finiti i colloqui con gli Stati dell’Impero, Baldwin si rivolse ai principali esponenti dell’opposizione, ai quali si aggiunse anche Winston Churchill. Quest’ultimo ritenne che fosse una buona alternativa convincere il re a rimandare il matrimonio, in attesa che la sua infatuazione per Wallis Simpson si esaurisse ma non accadde nulla di ciò.

Il 5 dicembre Edoardo richiese di rivolgersi al popolo via radio e nel messaggio annunciò che avrebbe abdicato e sposato Wallis Simpson. Dopo la firma dell’atto di rinuncia, valido per Edward e per tutti i suoi discendenti, e la ratifica da parte del Parlamento inglese, si chiuse una delle vicende più travagliate del Novecento britannico. Edoardo ottenne dal fratello Giorgio VI il trattamento di altezza reale e il titolo di Duca di Windsor, integrati da un vitalizio che il sovrano rinunciatario percepì fino al maggio 1972, mese della sua morte. Accompagnato da Wallis Simpson, si trasferì prima in Austria poi in Francia, dove la coppia comprò un castello a Monts. Lì celebrarono il loro matrimonio dopo che la Simpson riuscì ad ottenere il divorzio dal suo secondo marito.

Edoardo e Wallis Simpson nel loro castello in Francia

Con la partenza dei due dall’Inghilterra si chiuse il 1936, passato alla storia come “l’anno dei tre re”. Si susseguirono, infatti, tre sovrani in solo undici mesi, una cifra difficilmente riscontrabile. Tuttavia, non fu tanto il numero dei monarchi a contraddistinguere quel periodo quanto il grave smarrimento che ne seguì. La crisi costituzionale, i contrasti all’interno della famiglia reale e i rapporti con la Germania di Hitler disorientarono totalmente l’opinione pubblica. La stampa scandalistica ne approfittò, dando adito a molti pettegolezzi, alcuni sulle presunte doti sessuali della Simpson.
La reputazione dei Windsor uscì compromessa da questa vicenda. Nessun re prima di Edoardo aveva rinunciato volontariamente al trono, una novità che gettò nel caos le istituzioni. Eppure, non furono solamente le istituzioni a soffrire le conseguenze della crisi. La vittima più grande dell’abdicazione di Edoardo VIII fu sicuramente il popolo britannico che vide crollare il simbolo dell’Impero. Gli inglesi, infatti, avevano sempre visto la monarchia come un elemento di continuità e di unità, a cui aggrapparsi in tempo di guerra e di cui andare fieri in tempo di pace.

Dopo la partenza di Edoardo la fiducia nella corona inglese calò drasticamente ma non fu fatale alla casa regnante. Grazie all’operato del fratello, Giorgio VI, la situazione tornò ad essere regolare, anche in vista dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il re e la sua famiglia, compresa la futura regina Elisabetta II, scelsero di rimanere a Londra, mentre la città veniva bombardata dall’aviazione nazista.

Giorgio VI e sua figlia, la futura Elisabetta II

Il gesto di vicinanza tenne alto il morale della popolazione che, dopo la crisi dell’abdicazione, ritrovò un nuovo re a cui ispirarsi. Un re che fu costantemente “in prima linea” e che lottò contro quella dittatura tanto appoggiata da Edoardo e da Wallis Simpson.