di Daniela Bellisario
È inverno, fuori piove e fa freddo: “Resto a casa a guardare qualcosa su Netflix”. Chi di noi non l’ha detto almeno una volta? Ormai il colosso indiscusso dello streaming on demand è sulla bocca di tutti e fa parte del nostro quotidiano. Infatti, la prorompenza e l’incidenza con cui Netflix si è affermato a livello globale è sorprendente: portatore di una vera e propria rivoluzione all’interno dell’insidioso mercato globale dei media, ha letteralmente stravolto il classico modo di fare cinema e televisione. Ad esempio, basti pensare che, grazie a questa potentissima piattaforma digitale nata in California (originariamente concepita come attività di noleggio di DVD), gli appassionati e non di serie TV hanno la possibilità di farsi un’ “abbuffata” di episodi di una serie – in inglese tecnicamente definita binge watching – senza dover per forza aspettare con ansia una settimana per scoprire cosa succederà nell’episodio successivo, data la disponibilità di tutti gli episodi in un’unica soluzione.
Tutto e subito: è questa la logica su cui Netflix ha fatto maggiormente leva per arrivare al successo, annullando in tronco le vecchie attese imposte dal mezzo televisivo alle quali tutti eravamo abituati. Ora credo sia ormai inimmaginabile per ognuno di noi pensare di dover attendere giorni prima di poter guardare un altro episodio della nostra serie preferita. Un’altra mossa vincente della società di Scotts Valley si è rivelata essere anche il porre lo spettatore totalmente al centro della scena, rendendolo a pieno titolo un burattinaio che muove i fili del proprio intrattenimento. Sì, perché qualsiasi utente che decide di sottoscrivere un abbonamento Netflix vede aprirsi di fronte a sé un catalogo sconfinato di prodotti tra i quali poter scegliere, di cui poter fruire liberamente dove e quando vuole, peraltro filtrati in base alle proprie preferenze attraverso un complesso meccanismo di profilazione.
Fenomeno recente degno di nota è poi il notevole incremento delle produzioni originali targate Netflix, qualitativamente al pari di qualsiasi produzione cinematografica. L’apripista delle produzioni originali è stata l’acclamata serie House of Cards nel 2013, alla quale hanno fatto seguito numerosi altri titoli, tra cui si può annoverare, ad esempio, Stranger Things. È senza dubbio tra le serie più famose e discusse, oltre che particolarmente prolifica sul fronte del merchandising. A questo proposito, si può ben dire che Netflix abbia portato il branding legato ai contenuti che propone, di sua produzione o meno, a subire un’impennata senza precedenti; difatti, le serie TV o i film che troviamo su Netflix spesso e volentieri diventano a tutti gli effetti dei marchi riconoscibili e sviluppano intorno a sé un marketing strategico.
Insomma, tutto è pensato a regola d’arte per ricavare profitti…da capogiro! Stando ai dati del 30 settembre 2020, pare che la società avesse fatturato 6,44 miliardi di dollari a livello globale (il 22,7% in più rispetto ai 5,25 miliardi del 2019). Ma si parla di numeri consistenti anche per quanto riguarda gli abbonati: ad ottobre 2020 se ne contavano più di 195 milioni in tutto il mondo. È innegabile, dunque, che Netflix sia sulla cresta dell’onda come fenomeno inarrestabile in rapida e crescente espansione e che si stia destreggiando piuttosto bene tra le sue competitor sul mercato (prima fra tutte, Amazon Prime Video). Chissà però se i cinefili più accaniti e tradizionalisti stanno prendendo bene questo rivoluzionario cambio di paradigma dell’industria audiovisiva…