Oltre il confine

Così è (se vi pare), la “gran diavoleria” di Pirandello

Nicolò CONTI

La più grande soddisfazione di un drammaturgo è l’entusiasmo del suo pubblico: in quegli applausi sul finale, tutta l’energia e l’apprezzamento per un lavoro fatto di gesti e parole. In questo contesto risulta però del tutto atipica la reazione di Luigi Pirandello, eclettico scrittore e maestro della drammaturgia italiana del ‘900. Il 18 giugno 1917, presso il Teatro Olympia di Milano, al termine della prima messa in scena del suo dramma Così è (se vi pare), il drammaturgo si mostra soddisfatto non tanto per gli applausi quanto per lo sconcerto provocato nel pubblico e il silenzio profondo in cui si è inabissato. Pirandello ha dedicato la sua intera esistenza al componimento di romanzi, novelle, drammi e poesie; insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934, è ritenuto per l’originalità delle sue opere teatrali tra i più importanti drammaturghi del XX secolo. Dei 43 drammi che costituiscono la raccolta Maschere nude, ben 32 sono tratti da novelle e in rare occasioni da romanzi o altri frammenti narrativi. L’accostamento di questi due generi è stato reso possibile dal semplice fatto che, come afferma lo stesso autore, sia la novella sia la tragedia classica si focalizzano direttamente sulla vicenda cruciale conclusiva, travolgente dal punto di vista narrativo o scenico.

Pirandello durante le prove di “La nuova colonia” con Marta Abba e Lamberto Picasso.

Nelle novelle e in particolar modo nei drammi i fatti astrusi e ignoti, già avvenuti, vengono ripresi e analizzati con minuziosità per riconoscere le cause che li hanno cagionati. La conoscenza della novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero e del dramma da quest’ultima derivato, Così è (se vi pare), è fondamentale per comprendere al meglio la produzione teatrale e l’attività dello scrittore in generale. Il racconto in questione è narrato in prima persona e, contrapponendo apparenza comica e tragicità di fondo, esprime il “sentimento del contrario”: secondo questo concetto, la riflessione su una situazione di contrasto tra apparenza e realtà in cui si verifica qualcosa di contrario alla consuetudine non provoca una risata superficiale bensì consapevolezza e compassione verso le debolezze altrui. In un esempio, riportato da Pirandello nel suo saggio L’umorismo, la riflessione ci comunica che un’anziana signora si veste e si trucca come se fosse una ragazza solo per trattenere l’amore del marito più giovane: è proprio qui che il sentimento del contrario (o umorismo), invece di farci ridere in modo superficiale e spietato, ci permette di commiserare la donna dopo aver compreso il suo dolore e accettato la sua fragilità.

Nella novella gli abitanti del paese di Valdana non riescono a capire chi fra la signora Frola e il signor Ponza sia il folle e in cosa consista la verità. Il signor Ponza, trasferitosi con la moglie a Valdana, abita in un casolare di periferia e ha sistemato in un altro appartamento sua suocera, la signora Frola. L’uomo rivela presto a delle pettegole che sua suocera, uscita di senno dopo la morte di sua figlia, è convinta che quest’ultima sia ancora viva e che suo genero le proibisca di vederla per la sua esagerata gelosia; mosso da un sentimento di compassione, Ponza asseconda questa follia inducendo la sua seconda moglie a fingersi chi non è.

La signora Frola, invece, asserisce che suo genero per lo spropositato amore aveva rischiato di uccidere davvero la moglie, infatti, si era rivelato indispensabile strappargliela di nascosto: così l’uomo era ammattito al punto tale da considerarla morta anche quando, dopo un anno, la povera coniuge era rientrata a casa. Ponza era sicurissimo che fosse un’altra donna, tanto che con il contributo di amici e familiari è stato simulato un secondo matrimonio; tuttavia, Frola crede che Ponza sia ormai rinsavito e che finga di essere un alienato per poter tenere la moglie tutta per sé, temendo che gli possa essere nuovamente portata via. L’unica che potrebbe risolvere il dilemma è la signora Ponza, ma è impossibile interrogarla in disparte perché il marito la tiene relegata in casa; la verità alla fine non affiora. Ecco perché la novella è circolare: l’inizio coincide con la conclusione. Il narratore, servendosi dell’ironia, schernisce il perbenismo e la stolta curiosità di chi risiede a Valdana e sbeffeggia l’opinione comune per cui la realtà debba essere unica e inconfutabile, dimostrando tramite la storia raccontata che la verità è sovrastata da un pericoloso relativismo.

Anche in Così è (se vi pare) non si riesce a individuare il pazzo tra il signor Ponza e la signora Frola; qui la folla della popolazione di Valdana è trasformata nei pochi personaggi che discutono nell’abitazione del consigliere Agazzi e risulta rilevante l’inserimento del personaggio di Laudisi, portavoce di Pirandello che deride la fiducia dei benpensanti circa la possibilità di raggiungere la verità. Nella commedia, inoltre, sono stati aggiunti elementi indispensabili alla logica di un’inchiesta poliziesca, come il terremoto che ha raso al suolo il paese d’origine nella Marsica dei Ponza – Frola distruggendo i documenti anagrafici e l’interrogatorio pubblico a cui viene sottoposta la signora Ponza. Significativo è il cambiamento del titolo: quello della novella ci induce a pensare erroneamente che sarà narrata una storia veristico – realistica mentre quello del dramma anticipa il carattere simbolico e filosofico dell’opera, definita proprio per questo motivo dal suo autore “parabola”. Un ruolo essenziale per la ricostruzione della cronistoria di Così è (se vi pare) è rivestito dai carteggi; a tal proposito, particolarmente curiosa è la lettera al figlio Stefano in cui Pirandello definisce la parabola una «gran diavoleria». Rifiutata dal capocomico Ruggeri, la richiesta di rappresentare la commedia viene poi accolta da Virgilio Talli: Così è (se vi pare) viene inscenata per la prima volta il 18 giugno 1917 al Teatro Olympia di Milano. Dopo varie messinscene e repliche in città come Bologna, Torino e Roma, nel 1924 inizia la fenomenale fortuna della parabola all’estero: Berlino, Oporto, San Paulo e soprattutto Parigi. Nel 1925 Pirandello rielabora il testo di Così è (se vi pare) per la riedizione delle Maschere nude presso Bemporad, rilanciando questa nuova versione con la sua Compagnia del Teatro d’Arte; il successo ottenuto è strepitoso dato che questa variante raggiunge le ottanta recite, seconda solo a Sei personaggi in cerca d’autore. Questo è lo straordinario percorso di Così è (se vi pare),un’opera teatrale pirandelliana che, dopo aver suscitato nel pubblico e soprattutto nella critica italiana sospetto e molte perplessità (era stata definita “caduta” sui giornali), è divenuta un vero e proprio capolavoro di carattere internazionale.