35 millimetri

C’Mon C’Mon: il futuro dei giovani come chiave di lettura

di Alfonso Martino

Prima di questo film non avevo mai sentito parlare di Mike Mills, regista e sceneggiatore, prima di videoclip per Moby e Yoko Ono e in seguito di pellicole come Le Donne della mia Vita del 2016.
Dopo un anno di attesa, esce anche in Italia C’Mon C’Mon, film prodotto dalla A24 (Euphoria, Moonlight, Minari) con protagonista Joaquin Phoenix.

La  pellicola è girata interamente in bianco e nero e segue le vicende di Johnny (Phoenix), giornalista che viaggia per gli USA per intervistare i giovani sul futuro in compagnia del suo team e della sua attrezzatura; quest’ultima gioca un ruolo fondamentale, dal momento che Johnny conserva le interviste e un diario personale su file registrati, con la regia che lascia la voce del giornalista fuoricampo mentre mostra allo spettatore scorci delle città toccate dalla troupe (Detroit, LA, New York e New Orleans).

Joaquin Phoenix interpreta Johnny

Tra un’intervista e l’altra, Johnny riceve la chiamata della sorella Viv, con cui non ha ottimi rapporti, in cui gli viene chiesto di badare a suo nipote Jesse a LA per un paio di giorni, sperando di poter far rinsavire il marito Paul, direttore d’orchestra che combatte contro una malattia mentale. I giorni diventeranno pian piano settimane e mesi, in cui entrambi impareranno a conoscersi e a scoprirsi. Mills descrive il rapporto tra i fratelli attraverso dei flashback in cui vediamo l’origine del litigio, ossia divergenze su come trattare la madre malata di demenza, con una scrittura che demarca la tenerezza del giornalista e l’attaccamento alla realtà di Viv, che nasconde rabbia e rancore.

Jesse è il punto di forza del film, merito non solo della sceneggiatura acuta ma anche dell’interpretazione di Woody Norman, che rapisce lo spettatore e restituisce un bambino troppo intelligente per la sua età, che si trova più a suo agio con gli adulti che con i coetanei e che finge con la madre di essere un orfano in un gioco di ruolo insolito.

Woody Norman interpreta Jesse

Il rapporto tra zio e nipote vive di alti e bassi, come dimostrano due sequenze clou: nella prima Johnny mostra a Jesse come utilizzare la sua attrezzatura a LA, con lo spettatore che percepisce i suoni registrati dal bambino, mentre nella seconda i due si trovano in un negozio, con la macchina da presa che insieme al giornalista perde il giovane; Johnny viene seguito dalla regia senza stacchi tra i corridoi dell’attività, fino a quando non scopre insieme allo spettatore che Jesse gli stava facendo uno scherzo, suscitando la sua ira.

Nel finale le due storyline che si muovono per tutta la durata della pellicola si incontrano, con le interviste che vengono ultimate e Viv che riesce a convincere Paul a curarsi e a riportare a casa il figlio, maturato grazie alle esperienze vissute con lo zio. Tra queste va segnalata la sequenza del parco, in cui i due si rincorrono e Jesse si apre senza filtri, che rischia di far piangere più di uno spettatore.