di Alfonso Martino
Jennifer Lawrence è la protagonista del nuovo film prodotto da Apple e dalla A24 sui traumi che può lasciare una guerra e sulla difficoltà di ricominciare
Apple sta dominando sempre più il mercato audiovisivo grazie a serie come Ted Lasso e Scissione. Grazie alla A24 (The Northman, Midsommar) porta sulla sua piattaforma e in sala Causeway, diretto da Lila Neugebauer con Jennifer Lawrence (Il Lato Positivo) e Brian Tyree Henry (Atlanta)
Il film fa parte dei titoli della Festa del Cinema di Roma e vede protagonista Lynsey (Lawrence), soldato americano che in seguito a un’esplosione in Afghanistan torna a malincuore a New Orleans per riprendersi da una lesione cerebrale. La regia ha inquadrature strette per gran parte della pellicola, come a voler sottolineare il malessere psichico di Lynsey.
Il ritorno nella città natale sembra un dolore ancora più grande per il soldato, dal momento che la madre è poco presente e il fratello viene sempre menzionato al passato. Il pick-up diventa simbolo del recovery di Lynsey, dal momento che anche il veicolo è danneggiato come la nostra protagonista.
Qui entra in gioco James (Tyree Henry), meccanico che riparerà il pick-up e l’animo di Lynsey, con cui stringerà un’insolita amicizia. I due hanno entrambi dei traumi con cui convivono e trovano conforto attraverso gesti semplici, come ad esempio la sequenza in cui i due cenano fuori.
Oltre a James, il recupero di Lynsey passa dalla pulizia delle piscine, lavoro momentaneo che permette al soldato di lavorare sulla sua persona e sul suo passato (la sequenza tra lei e il fratello spiazza lo spettatore e sarebbe un peccato spoilerarla).
Il film viene scandito dalle visite che Lynsey fa per ottenere il reintegro nell’esercito, con la regia che si concentra sui progressi del soldato. Inoltre la Lawrence è credibile nel mostrare un personaggio spezzato, come nella scena della guida, con vuoti di memoria e che pian piano riesce a concedersi degli attimi di serenità grazie a James.
Nel finale il soldato dovrà scegliere se restare a New Orleans o tornare in servizio, in una sequenza che mostra una donna conscia dei suoi errori passati e che riconosce nell’esercito una via di fuga dalla sua personalità difficile.