35 millimetri

Belfast: la guerra vista da un bambino

di Alfonso Martino

Dopo Ridley Scott, anche Kenneth Branagh ha portato nelle sale due film in poco tempo: Assassinio sul Nilo, dove oltre a dirigere interpreta il detective Poirot e Belfast, pellicola autobiografica candidata a diversi Oscar, tra cui quello per il miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale.

La sequenza iniziale ci mostra la città irlandese ai giorni nostri, colorata e vitale, con la macchina da presa che si focalizza sul porto fino ad arrivare pian piano nell’hinterland, staccando delicatamente su un bianco e nero che sarà presente per tutto il film e che ci porta nella Belfast degli anni ’60 all’inizio del conflitto tra cattolici e protestanti.

La guerra è raccontata dal punto di vista di Buddy, bambino alter ego del regista che identifica Belfast con i posti da lui frequentati: la via di casa sua, a due passi dalle barricate erette per la guerra, la scuola e la casa dei nonni, con cui condivide un forte rapporto. Avendo lo spettatore il pov di Buddy, non viene mai a sapere i nomi dei familiari, tranne quello del fratello Will.

Branagh utilizza la macchina da presa dal basso verso l’alto quando Buddy assiste di nascosto alle discussioni dei genitori (Jamie Dornan e Caitriona Balfe) e omaggia diversi film come Roma di Cuaron e Nuovo Cinema Paradiso.

Il cinema italiano è d’ispirazione per il regista, grazie ad alcune inquadrature e che rimandano al Neorealismo.
Il cinema è fonte di sollievo per il protagonista, con lo schermo della sala che acquisisce colore.

Tra i temi affrontati troviamo le differenze tra cattolici e protestanti, ingigantite dagli adulti e annullate dai bambini, come dimostra il tenero rapporto tra Buddy e Catherine, una sua compagna di classe; il rapporto tra gli irlandesi e gli inglesi.

Belfast è descritta come una città in cui il lavoro scarseggia e nel mezzo di una guerra. Per questo motivo la coppia dibatte frequentemente, dal momento che il padre vorrebbe portare tutta la sua famiglia in Inghilterra, simbolo di stabilità e benessere, una via di fuga dai debiti, mentre la madre vorrebbe restare nella città in cui ha sempre vissuto, dove tutti la conoscono ed è conosciuta a sua volta.