Ci lascia all’età di 76 anni e noi di Clinamen-Un passo oltre il confine vogliamo, oggi, omaggiarlo con questo piccolo articolo in cui ricorderemo oltre che un grande cantautore e compositore italiano, un uomo eclettico e dal forte impegno sociale
Lucia Vitale
Forse in pochi sono a conoscenza del fatto che il musicista di origini catanesi non si sia occupato solo e soltanto di musica nel suo percorso artistico, bensì anche di pittura e cinema.
Battiato allestisce, infatti, alcune mostre personali che si svolgono a partire dal 1993 sino al 2014 in diversi musei e altre strutture dislocate in tutto il mondo, tra cui la Galleria d’Arte di Istanbul (la lista delle mostre è consultabile sul sito ufficiale www.battiato.it.)
Nell’aprile 2004 Franco Battiato vince, con il suo primo film Perduto Amor uscito nel 2003, il Nastro d’Argento come miglior regista italiano esordiente. Il film narra il percorso formativo di un uomo, Ettore, dalla Sicilia a Milano del secondo dopoguerra.
Il concerto di Baghdad del 1992
C’è un vecchio articolo di La Repubblica intitolato Con Battiato Natale a Baghdad, pubblicato il 23 dicembre 1992 e scritto dalla giornalista Laura Putti, che testimonia l’attivismo in ambito sociale del musicista.
Il concerto (la versione integrale è disponibile su Youtube), tenutosi al Teatro Nazionale di Baghdad il 4 dicembre 1992 con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Irachena, rientra nel programma dell’iniziativa umanitaria Un ponte per Baghdad a sostegno dei bambini iracheni, i più colpiti dall’embargo che il popolo iracheno subisce dal 1990.
A teatro si assiste al concerto gratuitamente e il denaro raccolto viene devoluto all’associazione non-profit Unicef.
L’articolo riporta, inoltre, le parole di Battiato in merito all’esperienza: “Io ho portato musica. La musica prescinde da tutto, riunisce sul serio la gente, la musica è un’arte sublime, un importante momento di aggregazione. Di questo viaggio, ricordo la commozione dei musicisti iracheni, che non hanno più nulla, e che hanno ricevuto spartiti, ance, corde per i violini. Ricordo quel pianoforte che abbiamo dovuto accordare a 440 invece che a 442 per paura che saltasse tutto. Non ci sono libri, non c’è possibilità di continuare a studiare, e se la cultura, le notizie non arrivano è difficile che un regime si possa contrastare.”
Queste parole testimoniano quanto Franco Battiato non fosse solo un grande genio della musica ma anche un grande uomo dotato di una forte empatia per le questioni umanitarie.
L’Ombra della Luce, in arabo
Il brano in lingua italiana è incluso nell’album Come un Cammello in una grondaia, riconosciuto come Miglior Disco dell’Anno 1991 nel referendum della stampa specializzata promosso dalla rivista Musica e Dischi.
Il motivo spirituale è onnipresente nella musica di Battiato, come in questo brano eseguito durante il concerto di Baghdad del 1992 in lingua araba con traduzione di Ali Rashid, portavoce dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) in Italia.
Battiato alla domanda “Perché proprio quella?“, risponde “Perché volevo che tutti capissero la mia idea; perché è la canzone che sento di più; perché è una preghiera”.