di Alfonso Martino
Nel film di Michele Placido il celebre pittore è interpretato da Riccardo Scamarcio, con un cast che comprende Louis Garrel, Vinicio Marchioni, Tedua e il regista stesso.
Parlare di un artista come Caravaggio non è semplice: Michelangelo Merisi era noto per la sua vita in bilico e per l’amore che nutriva per miserabili e prostitute. La sua arte era energica come la sua personalità, capace di arrivare al popolo e a ricche famiglie come i Colonna.
Nel film di Michele Placido L’Ombra di Caravaggio, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il pittore (Riccardo Scamarcio) viene raccontato in un momento specifico, tra il 1605 e il 1610, attraverso l’indagine di un inquisitore, l’Ombra (Louis Garrel).
Caravaggio tra sacro e profano
Nel film vengono mostrati personaggi storici realmente esistiti come Giordano Bruno (protagonista della sequenza migliore della pellicola) e muse di Caravaggio come Lena Antonietti, una prostituta rappresentata come la Madonna in molte sue opere, simbolo di quella popolazione ai margini della società di cui l’artista si sentiva membro.
La Roma mostrata nel film è violenta come le strade frequentate dal pittore, dominata da colori come il rosso e il nero, che contrastano con gli ambienti nobiliari dei Colonna o del cardinal Del Monte (Michele Placido). Questi personaggi sono divisi tra la loro devozione allo stato pontificio e l’amore per l’arte di Caravaggio, che spesso coincide con il vero e proprio interesse amoroso. La colonna sonora del film è composta da ORAGRAVITY, duo formato da Umberto Iervolino e Federica Luna Vincenti sotto la produzione di Edizioni Curci e Goldenart Production, e rende credibile l’atmosfera seicentesca insieme alla scenografia.
Nonostante la cura nella scenografia e della violenza della società del ‘600, il film di Placido è un esperimento riuscito a metà, che inserisce un personaggio sfaccettato come l’Ombra, dà giustizia al sottobosco di anime perse celebrate da Caravaggio ma che non osa sul fronte regia.