Alfonso Martino
Da una manciata di anni, la corsa agli Academy Awards è una lotta a due tra i giganti dello streaming Netflix e Amazon, i quali hanno offerto negli ultimi anni titoli di grande qualità – Roma e Manchester by the Sea per fare alcuni esempi – e che arriveranno a portare alle nomination del 15 marzo Malcolm e Marie, Una notte a Miami e Sounds of Metal. Tra le frecce a disposizione dell’arco di Netflix, spicca anche Pieces of a Woman, pellicola del regista ungherese Kornél Mundruczò che ha assicurato a Vanessa Kirby (Margaret in The Crown) la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.
Il film inizia con la gioia di Martha e Sean (Kirby e Shia laBeouf), coppia con molte differenze ma unita da un forte amore, pronta per la nascita della loro figlia.
Il parto viene eseguito in casa e l’intera scena viene ripresa in piano sequenza, per un totale di 25 minuti che coinvolge lo spettatore dalla rottura delle acque al momento della gravidanza. La scena è fortemente movimentata e lo sguardo rimpalla dal dolore mostrato dalla Kirby, con gemiti e contrazioni, alla figura di Sean, che agisce come un qualunque uomo che sta per diventare padre, fino a passare all’ostetrica, la quale inizialmente agisce con sicurezza, che lascerà pian piano il passo all’insicurezza dovuta alle complicazioni del parto.
Il regista sfrutta a pieno la capacità attoriale della Kirby, la quale riesce a far percepire allo spettatore l’isolamento riservatole dai colleghi di lavoro, dal suo partner e da sua madre, che non riesce a comprendere la scelta di Martha di non voler fare causa all’ostetrica e di voler donare il corpo della bambina per la ricerca scientifica.
Quest’isolamento viene mostrato da Mundruczò attraverso la metafora di un ponte in costruzione, in cui le estremità rappresentano Martha da una parte e dall’altra la società.
La perdita della bambina lascia strascichi nella coppia, portando Sean ad avvicinarsi all’alcool e Martha al tradimento, unica via di fuga dal pensiero costante della morte. Una sequenza interessante vede la protagonista coinvolta in una cena di famiglia organizzata dalla madre borghese (Ellen Burstyn), nella speranza di convincere la figlia a praticare le vie legali. Martha gira a vuoto durante la scena, incurante dei discorsi intavolati e sempre più in preda ai suoi pensieri. A riportare l’ordine ci pensa la madre con un monologo carico di emozione, improvvisato a grandi tratti dalla stessa Burstyn.
Il rinnovato contatto con la realtà da parte di Martha viene simboleggiato sempre con il ponte in costruzione, che con il proseguire della pellicola diventa sempre più un’opera fatta e finita. Lo spettatore assiste alla crescita di Martha nella parte finale della pellicola, che vira sul legal drama e mostra ancora di più la bravura della Kirby, la quale abbandona la malinconia e la solitudine espressi dai suoi occhi gelidi per far posto alla determinazione di una donna che vuole riprendere in mano la sua vita, ricomponendone i pezzi.