EDITORIALE N. 10

di Renato De Capua

La letteratura e il sogno, ovvero, l’excursus di un viaggio

Perché le idee
sono come le stelle,
non le spengono i temporali.

(Roberto Vecchioni)

Siamo giunti al X numero del nostro periodico, un progetto iniziato da un sogno nello scorso ottobre e che, al di là di ogni più rosea aspettativa, prosegue il suo percorso crescendo sempre di più, nella varietà dei contributi offerti dai vari articolisti e nella sua veste grafica sempre più invitante e agevole alla lettura. Prima di avviarci alla tematica (ri)presa in esame, vorrei ringraziare sentitamente tutti i miei compagni d’avventura che con i loro consigli, le loro idee e il loro supporto, hanno fatto sì che “Clinamen” divenisse una realtà tangibile, una concretezza nata da un’astrazione, un progetto che unisce tante giovani menti tese (nella sfumatura semantica più romantica del termine) a crescere nel raggiungimento di un obiettivo comune. “Clinamen” si fermerà per la pausa estiva nel mese di agosto, ma la quiete sarà soltanto apparente, in quanto continueremo ad aggiornare il sito www.periodicoclinamen.it con nuovi contenuti, nonché le nostre pagine Instagram e Facebook.
“Clinamen” tornerà a settembre con rinnovata energia e alcune novità di cui vi aggiorneremo.

Ma ora veniamo a noi. Abbiamo già parlato del sogno nel II numero, ma abbiamo sentito l’esigenza di riprenderlo per la sua vastità ed inesauribile valenza di contenuto. Che cos’è il sogno? Innanzitutto, come suggerisce il nostro slogan, è “un passo oltre il confine”, è valicare la dimensione del sensibile per elevarsi in un mondo diverso, dove i multiformi pensieri che l’uomo è in grado di concepire, prendono forma e infondono nell’uomo piacere, timore; gioia e afflizione, ma che, ad ogni modo, chiunque lo voglia o no, fanno parte delle istanze dell’umano. Tra sogno e realtà, esiste un confine che l’uomo percorre ogni giorno “sul fil di lama” (usando una cara immagine montaliana), in quanto entrambi i piani ontologici dell’esistenza sono difformi, perfettibili e sensibili al cambiamento; se è lecito dire che un uomo è artefice del proprio destino, lo è altrettanto dire che egli stesso è artefice dei propri sogni, di quella ricerca interiore e della resilienza materiale di rendere quelle immagini, frutto dell’immaginazione, fotografie di un’esistenza trasportate nella realtà. A voi tutti, quindi, un’esistenza ricca di sogni e una buona estate!